È stata revocata anche la misura cautelare dei domiciliari nei confronti di Ennio Pannone, l’uomo di Fondi accusato di aver rapinato un indiano alla stazione di Fondi a causa di una prestazione sessuale non pagata ad una donna di 31enne. Dopo circa dieci mesi di detenzione, è dunque tornato in libertà il fondano che ha più volte ribadito di non essere un guardone, né il protettore di una prostituta e neppure un rapinatore, ma soltanto un buon uomo che dopo la morte della moglie aveva preso a cuore una giovane donna con un passato e un presente troppo difficile da affrontare in solitudine. Per questi motivi, secondo la difesa, quando l’indiano aveva infastidito la ragazza, era entrato in azione. Questa, quindi, la tesi sostenuta dall’avvocato Pietro Forte il quale è riuscito ad ottenere quasi subito per il suo assistito la misura dei domiciliari e ora anche la piena libertà.
Come si ricorderà, si tratta di un episodio avvenuto ad aprile, ovvero ben tre mesi prima degli arresti, scattati soltanto a luglio del 2016. Secondo l’accusa, Ennio Pannone era rimasto un po’ ad osservare la scena per poi decidere, in maniera premeditata, di accoltellare e derubare il cliente indiano che non voleva pagare la prestazione sessuale. Tutt’altra versione quella fornita dal 69enne e dal suo legale secondo i quali si sarebbe trattato di un gesto inconsulto, arrivato al culmine di un momento d’ira e finalizzato a proteggere la prostituta. L’avvocato Forte ha dimostrato come tanto lo status di incensurato dell’uomo quanto la sua personalità rendessero di fatto insussistente il pericolo di reiterazione del reato.