L'altra sera ho assistito, in veste ufficiale, alla Prima della Commedia in dialetto fondano “N’V’FACET’ AMBRUJÀ ...SO TUTT’ BRAV’ A MURMURÀ”, della Compagnia Teatrale “Attori per caso”, scritta e diretta da Antonella Roma.
Un atto unico, che ha consentito al numeroso pubblico che affollava la sala del Centro Multimediale Dan Danino Di Sarra di veder affrontati con leggerezza e senso dell’umorismo i grandi temi della fragilità degli anziani, della relazione tra generazioni e dell’integrazione tra i popoli.
Il ricavato delle tre serate di rappresentazione sarà devoluto all’Associazione Nazionale dei Trapiantati di Rene.
Quanto premesso merita alcune riflessioni. Si parla sempre ormai di quel complesso processo, a tutti noi noto come “globalizzazione”, fenomeno che ha portato alla formazione di un unico spazio economico del mondo, annullando frontiere e aumentando gli scambi in modo vertiginoso.
Accanto ad alcuni aspetti positivi, quali la diffusione della rete di comunicazione e degli scambi internazionali, sono evidenti molteplici effetti negativi come l’aumento della povertà, con conseguente concentrazione della ricchezza, l’emarginazione per tanti Paesi privi di un adeguato e moderno sistema produttivo e la perdita dell’identità locale.
È nato e si sviluppa, in sostanza, un mondo che tende alla omologazione e distrugge quei valori che sono il frutto di centinaia di anni di crescita sociale, culturale ed etica che, a mio avviso, sono i soli a mettere l’umanità e i rapporti solidali al primo posto in un ideale elenco delle priorità.
Dobbiamo, in questo contesto, esprimere gratitudine e profondo rispetto a tutti coloro che mantengono vivo il senso della tradizione del teatro popolare e del nostro dialetto, come beni preziosi che ci contraddistinguono e mantengono salde le nostre radici.