Recita di Natale in Chiesa, la denuncia di un genitore: "Iniziativa non inclusiva"

Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un episodio avvenuto al plesso San Magno-Rene di Fondi

La Redazione
19/12/2019
Attualità
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Dopo il crocifisso sono le recite di Natale a suscitare polemiche tra genitori e non solo.

La storia del giorno arriva dal plesso Torricella, che fa parte dell'Istituto Comprensivo Garibaldi di Fondi.

Secondo un genitore la recita sarebbe stata organizzata  in Chiesa, e non in palestra perché troppo piccola, con tre gravi conseguenze: discriminazione nei confronti di altri bambini di religioni differenti, temperature molto basse dato che i bambini devono cantare con solo un maglioncino addosso e problemi di spostamento per genitori non automuniti.

La recita è in programma oggi. 

In virtù delle regole democratiche della nostra redazione (pubblicare tutto a meno che non si tratti di comunicati contenente ingiurie e parole altamente offensive dando la possibilità a tutti di replica) riportiamo integralmente la segnalazione ricevuta con l'auspicio che il confronto e il dialogo portino ad una soluzione condivisa. 

 

“Volevo portare all'attenzione della stampa e della città quanto sta accadendo al plesso San Magno Rene dove la recita di Natale dei bambini di scuola materna (età 3-5 anni) è stata organizzata, in maniera molto opinabile e non per la prima volta, in chiesa.

Questo obbligando, di fatto, i genitori a portare i bambini in chiesa senza tenere in considerazione eventuali difficoltà per quei bambini che non avessero potuto raggiungere il luogo indicato.

'Chi non può venire resta in classe e non fa la recita', è stata la risposta mettendo in essere una sorta di discriminazione dato che in una classe è possibile ci siano bambini di altre religioni.

Il tutto affidando alla bidella della scuola lo strano ruolo di buttafuori all'ingresso dell'a struttura sacra in maniera tale da garantire l'accesso in chiesa solo alle persone munite di invito nominativo.

Una discriminazione per i bambini di altre religioni, quindi, ma anche per i fedeli impossibilitati, in quella fascia oraria, ad entrare nel luogo sacro.

Come se non bastasse, con una delibera del Consiglio d'istituto è stata anche sospesa la mensa. Premesso che ogni obiezione è superabile, ritengo che questo modo di gestire le politiche scolastiche sia veramente poco inclusivo e non rispettoso nei confronti di chi ha difficoltà organizzative legate al lavoro o di persone di religione differente dalla cristiana.

Che io sappia la scuola è il posto dove si insegna l'inclusione ed il rispetto.

La scuola non può agire come un despota in barba a tutte le regole facendo leva sulla figura dei bambini.

Vorrei aggiungere che, lo stesso plesso, ritenuto inagibile per i bambini della materna, è stato utilizzato per la recita dei bambini delle elementari. Tutto diventa sempre più paradossale. A voi i commenti”.

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