Piano Integrato a Valle Marina: Monte San Biagio Futura spiega il voto contrario in Consiglio

Monte San Biagio Futura
25/01/2020
Comunicati Stampa
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Al Consiglio comunale del 22 gennaio è stata approvata, con il voto contrario del Gruppo "Monte San Biagio Futura", una deliberazione di indirizzo politico con la quale l’Assise Civica ha preso atto ed accolto la presentazione, da parte di un privato, di un “Programma Integrato di Intervento”, ai sensi della L. 179/1992 e LR Lazio n. 22/1997, da realizzarsi nella contrada di Vallemarina.

La proposta approvata richiama, peraltro, delle precedenti deliberazioni, intervenute tra il 2013 ed il 2017, con le quali il Consiglio Comunale approvava un cd. “Piano di Zona 167”, a suo tempo presentato dallo stesso privato che ha oggi proposto il programma integrato.

Il programma integrato di intervento è uno strumento urbanistico di attuazione. Caratterizzato da rilevante interesse pubblico, è un tipico esempio di urbanistica “negoziata”, che si conclude con una convenzione tra il privato che ha presentato il progetto, e l’ente comunale, con cui, in sintesi estrema, il primo concede una parte della sua superficie al Comune, ottenendo in cambio la possibilità di edificare.

Il voto contrario di Monte San Biagio Futura non scaturisce certo da un’opposizione preconcetta e fine a se stessa, quanto da un attenta analisi della relazione tecnica e della cartografia allegata al progetto.

Tutt’altro che contrari agli interventi che contribuiscono al miglioramento del tessuto urbanistico ed ambientale, alle esigenze abitative ed economiche, riteniamo che tali strumenti di carattere negoziale vadano utilizzati con la costante attenzione verso l’effettiva realizzazione del preminente interesse pubblico, così da evitare una compromissione del territorio eccessivamente sbilanciata verso l’interesse privato.

Visionando le allegate planimetrie, si è potuto constatare che sui lotti di sua proprietà il privato dovrebbe realizzare un intervento di edilizia privata, alienabile e potenzialmente produttiva di lucro. L’edilizia residenziale pubblica, che al contrario è inalienabile e non lucrativa, verrà invece interamente realizzata sulla porzione di terreno comunale, una cui parte rientra, peraltro, nel demanio civico.

Quale sarebbe dunque, il corrispettivo che il privato renderebbe alla collettività in cambio della possibilità di edificare sui suoi terreni agricoli, se l’edilizia residenziale pubblica verrà costruita su terreni in parte di proprietà del Comune ed in parte di demanio civico, e quindi di tutti i cittadini? Inoltre, che senso ha la precedente delibera di approvazione del “Piano di Zona 167” presentata a suo tempo dal privato, se con il Programma Integrato l’edilizia residenziale pubblica sarà realizzata su terreno comunale?

Sarebbe stato preferibile, a nostro avviso, che anche l’edilizia residenziale pubblica fosse realizzata su parte della superficie privata, affinché le terre civiche e quelle di proprietà dell’Ente potessero essere destinate ad altri scopi di pubblica utilità, magari, per garantire una maggiore area verde, al fine di compensare l’accresciuta cementificazione della zona.

Per questi motivi, abbiamo espresso la nostra contrarietà a tale indirizzo politico, riservandoci ulteriori e più dettagliate osservazioni nel corso dell’iter amministrativo.

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