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Aumenti al parcheggio dello scalo di Monte San Biagio: per "Lenola Rinasce" atto ingiusto e discriminatorio

Se ne parlerà nella prossima pubblica assise

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Il Gruppo Consiliare di Maggioranza "Lenola Rinasce" porterà all'attenzione del prossimo consiglio comunale, fissato per martedì 17 maggio 2016, una mozione tesa ad invitare il Sindaco di Lenola Andrea Antogiovanni a farsi portavoce del disagio che il comune di Monte San Biagio (il quale aveva già spiegato i suoi perché) ha arrecato ai cittadini pendolari dei paesi limitrofi, tra cui Lenola.

La Giunta Comunale di Monte San Biagio, con delibera n. 54 del 16.03.2016, istituiva la sosta a pagamento (non custodita) nel piazzale antistante la stazione ferroviaria Trenitalia con le seguenti tariffe:

RESIDENTI 
TICKET GIORNALIERO € 2,00
ABBONAMENTO SETTIMANALE € 6,00
ABBONAMENTO MENSILE € 15,00
ABBONAMENTO ANNUALE € 150,00

NON RESIDENTI
TICKET GIORNALIERO € 3,00
ABBONAMENTO SETTIMANALE € 10,00
ABBONAMENTO MENSILE € 30,00
ABBONAMENTO ANNUALE € 300,00

Riteniamo che questo aumento di prezzo, così come già sottolineato da altri privati cittadini,  sia ingiusto e discriminatorio per i seguenti motivi:

- Seppur di proprietà del Comune di Monte San Biagio, tale parcheggio è stato realizzato con fondi stanziati dalla Regione Lazio per lo sviluppo della stazione ferroviaria.

- Il criterio della differenziazione debba rispondere alla giusta esigenza di favorire l’utente residente nella fruizione delle aree di sosta all’interno del centro urbano rispetto al “visitatore” occasionale, ma nel caso di specie, l’uso di questa area di parcheggio non è dettato da scelte discrezionali su cui è possibile fondare tipologie distinte di utenza, ma da necessità vincolanti (lavoro e/o studio) che legano “residenti e non” ad un comune status: pendolari.

- L'istituzione di parcheggi a pagamento trova il suo fondamento dalla penuria di spazi dedicati al parcheggio gratuito vista la gran mole di utenti e questo non sembra il caso del parcheggio in questione generalmente sempre sfruttato al massimo del 60% della sua capienza.

- Mancano le alternative di trasporto pubblico che disincentivino l'uso dell'automobile privata per la fruizione del servizio ferroviario.

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