Pioggia, raffiche di vento e maltempo non hanno fermato il gruppo #amoFondi che, come da tradizione, si è riunito attorno all'ormai famosa panchina rossa per dire no alla violenza contro tutte le donne. Quest'anno a supportarlo c'erano anche le associazioni Nadyr, Il Quadrato, Progetto 25 Novembre e Libreria Il Pavone
Un'iniziativa simbolica in un giorno importante scelto nel 1999 dall'Assemblea delle Nazioni Unite per ricordare l'uccisione delle sorelle Mirabal, avvenuta nel 1960 a Santo Domingo per essersi opposte alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo.
Ogni anno, dalla risoluzione numero 54/134, in tutto il mondo si organizzano sit in, manifestazioni ed eventi per non dimenticare ciò che è accaduto ma, soprattutto, per aprire gli occhi a chi non ha il coraggio di denunciare, a chi subisce in silenzio o a chi non riesce neppure a rendersi conto del tunnel in cui sta lentamente sprofondando.
Iniziative come quella del gruppo #amoFondi servono proprio a questo: a portare tutte le donne che vivono situazioni drammatiche a farsi domande, ad alzare la testa e a ricordare loro che c'è qualcuno pronto ad aiutarle. Anche a Fondi.
Perché il rosso? In parte la scelta di questo colore rispetto all'arancione, utilizzato in altre nazioni, nasce da un'opera d'arte dell'artista messicana Elina Chauvet e da una sua installazione denominata Zapatos Rojas, scarpe rosse appunto.
Uno degli accessori preferiti dalle donne, tinto di rosso, e trasformato in arte, è così diventato un potentissimo messaggio capace di fare il giro del mondo, smuovendo folle e sensibilizzando l'opinione pubblica.
Uno spunto colto anche dal gruppo amoFondi che, con la sua panchina, da anni si batte per promuovere iniziative di sensibilizzazione in una città dove violenze tra mura domestiche, soprusi e violenze, purtroppo, sono all'ordine del giorno.

