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La società acqualatina riduca le tariffe alle imprese ricettive e turistiche e sostenga lo sviluppo dell’economia pontina

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I Sindaci si facciano carico delle problematiche delle 4.800 imprese turistiche, ricettive e dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, stabilimenti balneari ecc.)

Abbiamo appreso con enorme soddisfazione la notizia di ieri con la quale la Assemblea dei Sindaci non ha ratificato il preventivato e generalizzato aumento del 10% delle tariffe a carico degli utenti serviti dalla società di gestione ed erogazione dell’acqua pubblica. La scelta dei 21 Sindaci che si sono opposti a tale decisione va certamente apprezzata in quanto costituisce un freno ad una società che opera senza tener conto della gravità della situazione sociale in cui versano le famiglie e le imprese, già oberate da una pressione fiscale tra le più alte in Europa ed in difficoltà a mantenere una decorosa e dignitosa qualità della vita e dei servizi.

Tuttavia c’è un tema che i Sindaci e la struttura dirigente della società Acqualatina deve tener presente: quello del sistema tariffario applicato alle circa 4.800 imprese del settore turistico, della ristorazione, dei pubblici esercizi e del sistema ricettivo in generale che sono uno dei pilastri del sistema economico della Provincia di Latina. La nostra Provincia vanta dei poli di attrazione tra i più importanti d’Italia con le Isole Pontine, le città rivierasche da Gaeta fino a Sabaudia, il Parco Nazionale del Circeo, i Centri Storici dei nostri Borghi medioevali, i presidi archelogici di Minturno, di Formia e di Latina, Ninfa e Norma antica, i luoghi di culto religiosi tra cui spiccano le Abbazie di Valvisciolo e di Fossanova e molto altro. A tutto questo immenso patrimonio ambientale, artistico e culturale bisogna aggiungere l’enorme ricchezza dei prodotti enogastronomici, dei vini, dei formaggi, dei prodotti ittici e quant’altro ha consentito la affermazione in tutta l’Italia dei nostri prodotti conosciuti per la loro prelibatezza e la loro qualità.

Tutto questo ha permesso la creazione di un  “sistema di imprese” che secondo i dati al 31.12.2015 della CCIAA di Latina è formato da n. 193 alberghi; n. 81 villaggi turistici; n. 51 campeggi; n. 2.398 attività di ristorazione; circa 1.900 bar e pubblici esercizi in generale che offre lavoro a migliaia di addetti in modo permanente e stagionale, per non parlare dell’indotto tra fornitori di ogni genere. Tutte queste aziende sono obbligate ad assicurare la salubrità dei prodotti alimentari ed a mantenere alti gli standard di igienicità essendo sottoposti a rigide procedure dei sistemi di autocontrollo HACCP, costantemente verificati nella loro applicazione dalle Autorità di Controllo, AUSL, ARPA, NAS e NOE.

Ma non basta, essendo qualificati come pubblici esercizi sono obbligati per legge a permettere l’accesso ai servizi igienici oltre che ai loro clienti anche agli avventori occasionali come ai passanti e dunque i loro consumi di acqua potabile schizzano non solo per le loro esigenze lavorative ma anche per i consumi dovuti agli obblighi di legge. Tutto questo incide enormemente non solo sui costi di gestione ma anche sui costi finali al consumatore. E determina persino la vita stesse delle aziende: sempre secondo i dati della CCIAA sdi Latina al 31.12.2015 nel settore della ristorazione, degli alberghi e dei pubblici esercizi sono infatti 271 le attività che hanno cessato la loro attività a fronte di 188 nuove aperture, con un evidente saldo negativo.

Invitiamo pertanto la Soc. Acqualatina ed i Sindaci a farsi carico di tale problematica avendo verificato che la Società ha modificato il sistema tariffario con aumenti tariffari di oltre il 30% dal 2012 al 2015. Infatti se una attività commerciale di pubblico esercizio e ristorante che consuma oltre 501 metri cubi oggi arriva a pagare € 6.489 a metro cubo (tra tariffa, fognatura, depurazione e quota fissa), la stessa attività nel 2012 pagava € 4.538 a metro cubo, con una differenza in aumento di ben € 1.951 a metro cubo.

Le strutture alberghiere, a cui nel 2012 si applicava una tariffa forfettaria che giungeva fino al massimo di € 3.3821 a metro cubo, oggi arriva a versare € 5.0845 a metro cubo con un aumento di € 1.702 in più. Queste tariffe sono già alte in sé, ma raggiungono cifre stratosferiche per le attività interessate perché vanno moltiplicate per migliaia di metri cubi di consumo/anno che spesso si vedono costrette a chiedere persino rateizzazioni delle cartelle in quanto raggiungono cifre per loro  insostenibili.

Ecco allora la questione che ritorna: la sostenibilità dei costi di gestione delle imprese e quindi la necessità per la Società Acqualatina e  per i Sindaci di farsi carico di come aiutare le imprese turistiche della nostra Provincia, posto che esser assicurano un servizio pubblico agli utenti e sono una delle fonti maggiori del nostro sistema economico ed occupazionale.

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