Vogliamo tutti bene a Sperlonga e il rispetto delle leggi e delle sentenze della magistratura devono guidare l’operato della pubblica amministrazione per garantire parità di trattamento tra i cittadini e imparzialità dell’azione amministrativa. Su questi due aspetti, il secondo dei quali cristallizzato in un nostro emendamento alla mozione presentata dalla maggioranza e votata all’unanimità, l’intero consiglio comunale si è trovato d’accordo.
Durante la seduta la discussione si è incentrata su alcuni dei temi e delle problematiche che riteniamo di prioritaria importanza per il presente e per il futuro del nostro paese. Dai sequestri del piano integrato alla gestione del servizio rifiuti, dalla funzionalità degli uffici comunali alla questione della viabilità, dalla carenza di spazio per le tumulazioni al cimitero alla sospensione dei progetti sociali, dal trasporto pubblico allo sviluppo dell’agricoltura, allo spopolamento del nostro borgo.
In un primo momento la maggioranza ha tentato di bollare il nostro intervento come un tema da campagna elettorale, salvo poi tornare sui suoi passi e riconoscere che effettivamente ci sono diverse e oggettive criticità da affrontare e che su alcune questioni questa amministrazione ha avuto qualche difficoltà di troppo.
Nei nostri interventi abbiamo affrontato punto per punto diverse problematiche, attuali e anche delicate, che si trascinano da tempo e che richiedono risposte immediate e concrete. Quelle delle famiglie in difficoltà, dei giovani disoccupati e costretti ad andare via dal paese e dei cittadini colpiti dai sequestri giudiziari del piano integrato, sono istanze che non possono più essere trascurate o rimandate. Il nostro giudizio sulle risposte ricevute ieri è fortemente negativo e ciò non fa che confermare i nostri dubbi sull’inadeguatezza di questa maggioranza a governare il nostro paese e la nostra comunità. Ora più che mai Sperlonga ha bisogno di atti concreti da adottare nell’immediato e se tanti servizi e questioni presentano dei problemi, vuol dire che in passato c’è stato un difetto di programmazione nell’azione amministrativa. In questo senso, il richiamo che ci è stato rivolto all’unità e a supportare l’azione dell’amministrazione lascia basiti. Questa maggioranza è stata sempre pronta a esaltare il suo lavoro di squadra, ma ora, trovandosi in difficoltà, invoca l’aiuto della minoranza. Pur non tacendo critiche e giudizi negativi, non abbiamo mai rifiutato il confronto e non abbiamo mai fatto mancare il nostro contributo propositivo, presentando proposte che puntualmente venivano bocciate dalla maggioranza. Se e quando verranno convocate commissioni per discutere e affrontare seriamente le problematiche della nostra comunità, noi saremo pronti a collaborare, come abbiamo sempre fatto. Se questa maggioranza è in grado di governare lo faccia, altrimenti può togliere il disturbo.
È sulla base di questi presupposti che nasce la nostra mozione di sfiducia. Abbiamo fatto questa scelta perché siamo convinti che l’arresto per corruzione e turbata libertà degli incanti non possa non interrompere quel rapporto di fiducia che inevitabilmente deve intercorrere tra un sindaco e la sua maggioranza, soprattutto alla luce del fatto che la stessa maggioranza si è recentemente schierata contro Armando Cusani nel processo che lo vede imputato per l’albergo di sua proprietà.
Il consiglio comunale si è concluso con la votazione di due mozioni. La maggioranza ha dapprima bocciato una nostra mozione che chiedeva l’impegno dell’amministrazione a dare seguito, in concreto, alla costituzione di parte civile nel processo a carico di Cusani.
Subito dopo, tuttavia, la stessa maggioranza ha accolto un nostro emendamento, che riprendeva le conclusioni della prima mozione, e all’unanimità è stato approvato un documento che impegna il sindaco a far rispettare la legge e le sentenza della magistratura, garantendo la parità dei cittadini e l’imparzialità della pubblica amministrazione, anche in virtù delle inchieste giudiziarie in corso. Su questo saremo intransigenti e non scenderemo a compromessi, perché la politica dei “due pesi e due misure” non ci appartiene e non può appartenere alla nostra comunità.