Ancora una volta il Consiglio Comunale è stato convocato nei locali della ex Chiesa, in violazione di quanto prescrive il regolamento del consiglio comunale che indica come aula consiliare la sala che si trova all'interno del Palazzo municipale, dismessa ormai da mesi. Ancora una volta, nonostante le nostre osservazioni e i nostri ripetuti interventi in consiglio comunale, la maggioranza ha confermato la sua scelta, che appare illegittima e incomprensibile non solo a noi ma anche a tanti cittadini di Sperlonga.
Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere al Prefetto per sottoporgli la questione relativa allo svolgimento delle sedute del Consiglio comunale. Si tratta di una questione non solo formale, ma anche di sostanza e di rispetto delle regole.
La sede scelta della maggioranza non trova alcuna giustificazione, ad eccezione probabilmente della volontà di rendere difficoltoso il regolare svolgimento dei consigli comunali. Malgrado la nostra contrarietà e l’oggettiva inidoneità della sala all’interno dell’ex Chiesa, perché collocando la maggioranza alle spalle della minoranza non permette un confronto diretto, il Presidente del Consiglio comunale Aldo Farina continua a convocare l’Assemblea presso l’ex Chiesa.
Il Comune di Sperlonga presenta molti aspetti che rendono il nostro paese particolare, come il fatto che gli ultimi sindaci eletti siano stati sospesi dalle loro funzioni, ma lo svolgimento del Consiglio comunale all’interno di una sala in cui i consiglieri si trovano di spalle gli uni rispetto agli altri è una caratteristica unica nel panorama italiano e non solo.
Scrivere al Prefetto è stata dunque una scelta obbligata. L’arroganza di questa maggioranza che ignora le più elementari regole del confronto politico rappresenta una ferita alla democrazia di questo paese, aggravata dal fatto che da oltre tre mesi Sperlonga vive una situazione paradossale.
La nostra lettera al Prefetto, al quale abbiamo già avuto modo di sottoporre la delicata situazione in cui versa il nostro paese dopo gli accadimenti di gennaio, è motivata dalla volontà di ottenere un intervento che possa imporre un chiaro messaggio di legalità e rispetto delle regole. Regole che chi ha l’onore e l’onere di governare è chiamato in primis a rispettare e che non può continuare ad ignorare con atteggiamento ostinato e arrogante, soprattutto in seguito a quanto è emerso con l’inchiesta Tiberio.
Non è accettabile che le decisioni e le scelte politiche volte ad amministrare un paese vengano adottate da un organo assembleare che si riunisce in palese violazione del suo stesso regolamento e, soprattutto, si faccia beffa delle più comuni regole di democrazia e di confronto civile.