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Appuntamento musicale nella Casa delle arti "Beltempo" per giovedì 31 ottobre alle 21.00

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Le informazioni sulla serata di Halloween e sull'artista:

RAGOSTA TRIO

Antonio Ragosta (chitarra elettrica e chitarra portoghese)
Pasquale Angelini (batteria)
Stefano Napoli (contrabbasso)

Antonio Ragosta nasce a Napoli il 14 luglio 1979.
Musicista polistrumentista inizia a suonare la chitarra all’età di tredici anni.
Nel 1996 intraprende lo studio sistematico della teoria musicale e della pratica strumentale.
Nel 2001 si trasferisce a Roma e studia con prestigiosi maestri tra i quali Umberto Fiorentino, Fabio Zeppetella, Maurizio Lazzaro, Corrado Paonessa, Franco Ventura, Stefano Micarelli, Antonio Jasevoli, Massimo Moriconi, Danilo Rea, Paolo Damiani, Vincenzo Caporaletti, Roberto Spadoni, Eugenio Colombo.
In parallelo inizia una fitta attività concertistica esibendosi con varie formazioni e collaborando con vari musicisti italiani e stranieri; il suo stile spazia dal jazz al pop, dal folk alla world music, dal rock alla musica leggera.
Nel 2009 consegue il diploma accademico di primo livello in scrittura e arrangiamento per organici jazz presso il conservatorio Licinio Refice di Frosinone, mentre nel 2012 si laurea in jazz presso il conservatorio S. Cecilia di Roma.
Dal 2005 è strumentista e co-arrangiatore del cantautore Gerardo Casiello con il quale registra il disco “Contrada Casiello” finalista al Premio Tenco 2010; con Casiello calca importanti palcoscenici tra i quali quello dell' European Jazz Expò 2011, dell’ Auditorium “Parco della Musica” e dello storico Blue Note di Milano. Sempre con Casiello nel 2010 è ospite di “Parla con Me”, trasmissione televisiva condotta da Serena Dandini in onda su Rai 3. Ha collaborato inoltre con Alessandro Haber nella registrazione e nel tour di promozione del disco "Haber Bacia Tutti"; con Moni Ovadia nello spettacolo dedicato a Matteo Salvatore; con il cantautore francese Sandro Joyeux nell’incisione nel disco e nel tour del disco “Sandro Joyeux”.
La continua ricerca musicale e culturale lo spinge inoltre ad approfondire le possibilità tecniche ed espressive di altri strumenti cordofoni appartenenti a tradizioni musicali diverse quali Oud e chitarra portoghese e a collaborare da svariati anni con Pape Siriman Kanoutè, musicista “Griot” senegalese rappresentante in Italia della cultura musicale Africana Sub-sahariana.

Le sue composizioni attingono dalla vita reale e
dall'immaginazione letteraria, raccontano storie della
tradizione, qui riproposta con un idioma personale e
innovativo che nasce dalla volontà del chitarrista di
affidarsi a intuizioni musicali dirette, spontanee, lontane da
tecnicismi e ornamenti stilistici e prossime alla verità della
musica suonata. Ne consegue un ascolto vario e ogni volta
diverso, un viaggio in cui ogni tappa sembra voler
confermare che tutta la musica nasce da un senso comune
che prescinde dagli stili e dai generi. E di questo viaggio
Ragosta ha scelto con cura i compagni, facendosi guidare
dalla solidità e versatilità della sezione ritmica di Pasquale
Angelini alla batteria e Stefano Napoli al contrabbasso.

Il percorso artistico di Antonio Ragosta è caratterizzato da una continua attività compositiva confluita in parte nel suo primo lavoro discografico “Il mare e l’incanto a Roma est”.
Il mare e l'incanto a Roma est è un compendio del personale linguaggio messo a punto dal musicista, sintesi di una vasta letteratura musicale, studi accademici e molteplici esperienze performative. Nei nove brani originali, scritti e arrangiati da Ragosta (ad eccezione di Invisibile, dono del violoncellista Paolo Damiani, ospite prezioso del disco) la melodia e il suono sono i protagonisti indiscussi. Le composizioni raccontano storie della tradizione, qui riproposta con un idioma personale e innovativo che nasce dalla volontà del chitarrista di affidarsi a intuizioni musicali dirette, spontanee, lontane da tecnicismi e ornamenti stilistici e prossime alla verità della musica suonata. Ne consegue un ascolto vario e ogni volta diverso, un viaggio in cui ogni tappa sembra voler confermare che tutta la musica nasce da un senso comune che prescinde dagli stili e dai generi.

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