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Sperlonga, Nicola Reale sull'ultima sentenza del Tar: "Una gran confusione"

L'ex consigliere: "Tanto rumore per confondere i cittadini"

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La recente sentenza del TAR sull’Hotel Grotta di Tiberio ha generato molta confusione, strumentalizzazioni e qualche fesseria. Cominciamo col dire che nell’ordinamento giuridico italiano vige un principio fondamentale dal quale è impossibile prescindere, e va sotto il nome di “gerarchia delle fonti”, secondo la quale la norma di fonte inferiore non può porsi in contrasto con la fonte superiore. Ad esempio, una legge del Parlamento non può porsi in contrasto con una legge costituzionale. Lo stesso principio vale per le sentenze.

Ragion per cui la sentenza di un TAR non può contrastare e tanto meno annullare una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. Già questo sarebbe sufficiente a chiarire che, poiché l’Hotel Grotta di Tiberio ha subìto dalla Cassazione una sentenza definitiva di abbattimento delle parti abusive, non potrà mai esservi una sentenza del TAR che possa dire che quegli abbattimenti non debbano essere eseguiti.

Nel caso specifico il Tar ha preso in considerazione e ha emesso una sentenza solo e soltanto in merito ad un atto amministrativo compiuto dal Comune di Sperlonga, e cioè l’ordinanza di abbattimento delle parti abusive dell’ hotel Grotta di Tiberio firmata dal responsabile protempore dell’ ufficio tecnico Tiziana Di Fazio.

Al riguardo la sentenza dice esattamente ciò che noi avevamo scritto dal primo momento e cioè che quella ordinanza era carta straccia perché il Comune non l’ aveva fatta precedere dall’ annullamento dei titoli autorizzativi. Quindi anche la Di Fazio, così come i predecessori Pacini e Masi, aveva agito in modo da evitare che fosse eseguita la sentenza di abbattimento.

Per quanto riguarda poi la decisione del tar di abbattere alcune parti e non altre, il giudizio viene dato sulla base delle motivazioni espresse dal Di Fazio nell’ atto di autorizzazione dell’ abbattimento. Ma le motivazione espresse dalla Di Fazio sono del tutto personali e potrebbero essere state volutamente non veritiere in modo da favorire una sentenza del TAR che dichiarasse non abbattibili alcune parti.
Chiarito ciò, nessuno può pensare di dire che l’ hotel Cusani è salvo e che le parti abusive non debbano più essere abbattute. Insomma, c’ è stato chi ha fatto tanto rumore per confondere la verità ai cittadini e chi non ha proprio capito quale sia il nocciolo della questione.

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