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"Liberi di scegliere": sabato la festa di tesseramento di "Libera"

Alle 18 intervento di Don Francesco Fiorillo, referente di presidio dell'Associazione Contro le Mafie

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Come mai è da oltre 150 anni che si parla di mafia?

Questa la provocazione lanciata dal presidente di Libera don Luigi Ciotti all’apertura della V edizione di ContromafieCorruzione, svoltasi a Trieste dal 1 al 3 febbraio.

Una domanda che non chiede riletture del passato, ma azioni chiare, ferme, autentiche. Non si può scegliere la neutralità dinanzi alla complessità delle attività illecite dietro le quali le mafie prosperano. Non si può scegliere la delega e il disimpegno dinanzi a un Paese strozzato dai guanti bianchi della corruzione. Per chi vuole assumersi la propria parte di responsabilità, la Festa di Tesseramento del Presidio Libera Sud Pontino di sabato prossimo presso la sala Falcone-Borsellino a Formia, sarà un’importante occasione di scelta.

Aderire a Libera significa scegliere di costruire forme di convivenza nuove, che non si limitano alla mera coesistenza, ma che ci impegnano alla realizzazione di città libere dalle mafie, dalla corruzione, dall’indifferenza, dalla rassegnazione.

Saranno presenti Cristiano Tatarelli, vice Questore di Latina, e Ilaria Meli, dottoranda alla Sapienza e collaboratrice di Cross, per restituirci un’immagine aggiornata delle nuove mafie, sempre più silenziose, ibride e in costante evoluzione. Diversi i temi d’approfondimento: il riciclaggio di denaro sporco, gli effetti sull’economia del Paese di una corruzione sempre più strutturale, i legami delle mafie con quella zona grigia di professionisti e amministratori compiacenti, il ruolo di monitoraggio della società civile.

Un primo, importante passo in preparazione al prossimo 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno, che dopo Fondi e Terracina, vedrà protagonista la città di Formia. «Passaggio a Nord-Est. Orizzonti di giustizia sociale», questo il tema proposto da Libera e come simbolo una bussola. Una bussola che punta verso una direzione, le regioni del Nord-Est del nostro Paese a lungo considerate un’isola felice, immune dalla presenza mafiosa; ma anche la bussola dei nostri valori, che deve orientarci nelle scelte della vita di tutti i giorni.

La luce in fondo a quel tunnel di 150 anni di mafia c’è e illumina la parte sana di questo Paese, che però è chiamata a fare di più, a fare meglio. Quello che le mafie temono maggiormente è l’elevazione del senso di cittadinanza ed è in questo tentativo che ciascuno di noi deve, con continuità, assumersi la propria parte di responsabilità.

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