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Lo sfogo di Mirabella dopo la revoca delle deleghe: "Solo candidature calate dall'alto per calcoli elettorali"

L'ormai ex vice sindaco di Monte San Biagio: "Il mio spirito critico e l'autonomia di pensiero - incalza - sono stati considerati da qualcuno come un tradimento"

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La nota con cui Laura Mirabella, ormai ex vice sindaco di Monte San Biagio, racconta i suoi ultimi giorni in amministrazione, spiega i suoi perché e fa un bilancio degli ultimi cinque anni di lavoro:

Lunedì mattina mi è stata notificata la revoca della carica di Vice Sindaco, della carica di  Assessore e delle deleghe a me affidatemi circa cinque anni fa quando è iniziata questa mia magnifica esperienza amministrativa; Deleghe alle seguenti mansioni:
Bilancio; Tributi; Contenzioso; Artigianato; Politiche del lavoro e dell’occupazione; Fiere e Mercati; Formazione Professionale; Commercio; Attività Produttive; Sicurezza sul lavoro. 


Sono stata sempre coerente con l'impegno preso con i miei elettori, 465  per la precisione (più 71 annullati), un numero, credo, significativo per il conseguimento della vittoria alle elezioni del 2014, cercando sempre di esercitare le deleghe affidatemi con massimo impegno, perseguendo, in qualità di componente di giunta, il progetto e l’indirizzo politico con coesione e condivisione, anche quando qualche attuale improvvido moralizzatore, in alcuni delicati passaggi, faceva ricorso allo strumento dell’astensione. Ho fatto squadra con tutta la giunta comunale sempre e comunque, pur mantenendo acceso lo spirito critico,  senza abbandonare la mia personale visione.


Ebbene sì, proprio quello spirito critico ed autonomia di pensiero, che a mio parere deve essere tratto caratterizzante di ogni buon politico ed amministratore, sono stati considerati da qualcuno come un tradimento. Il non aver condiviso scelte che non riguardano il presente, quindi estraneo a questo mandato, ma la visione futura di una prossima esperienza amministrativa, ha provocato questo ostracismo.


Candidature calate dall'alto, senza alcuna visione comune programmatica, dettate solo da dinamiche di mero calcolo elettorale che hanno portato ad inserire, nel nuovo progetto, candidati che solo qualche tempo fa erano appartenenti a compagini politiche avverse alla nostra e lontani anni luce dalla nostra linea politica o visione di amministrazione.
Questo manifestato rifiuto di voler subire decisioni unilaterali e l’aver espresso dissenso verso strategie per me non nella direzione della continuità rispetto a cinque anni fa, è stato considerato come un “tradimento ed un’infamia", a tal punto da non consentirmi di portare a termine in giunta comunale, l’impegno preso, per il quale me ne dolgo e chiedo scusa ai miei 465 elettori. Per me è inevitabile non pensare che evidentemente la bramosia di potere per alcuni è talmente accecante da eliminare sul proprio cammino, anche con attacchi frontali e personali, chiunque potesse far scricchiolare la certezza di poterlo preservare.

“Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare e non contare”
(Marco Tullio Cicerone)

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