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Fondi Film Festival: retrospettiva dedicata a Placido alle battute finali

Domenica la consegna del Dolly d'Oro e il gran finale

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Con la proiezione di “Tre fratelli” (1981) di Francesco Rosi, Sabato 21 Settembre alle ore 16.30 in Sala Lizzani si conclude la rassegna retrospettiva che il FONDIfilmFESTIVAL 2019 dedica all’attore e regista Michele Placido, già protagonista di un seguitissimo incontro nella serata di Mercoledì scorso.

Le proiezioni del tardo pomeriggio e della sera sono incentrate sulla sezione “Immagini dal lavoro”. Alle ore 19.00 verrà proiettato “Ambrogio” (1992), esordio di Wilma Labate, che sarà protagonista alle 21.00 dell’incontro con il pubblico che precederà la visione del suo ultimo lavoro: “Arrivederci Saigon” (2018). Il primo film racconta il sogno nel cassetto di una ragazza che desidera diventare capitano di una nave; il secondo ricostruisce l’incredibile storia di una band tutta al femminile che desidera lasciare la provincia industriale toscana e si ritrova catapultata nella guerra del Vietnam per esibirsi di fronte alle truppe americane.

Tra i due appuntamenti si inserisce la proiezione del toccante cortometraggio “Tonino” (2019) di Gaetano Del Mauro e Aldo Padovano, con cui sarà doverosamente ricordata la drammatica vicenda di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco e sindacalista ucciso dalla camorra perché portatore sano di coscienza civile e giustizia sociale. Il corto è coprodotto dalla CGIL e all’incontro introduttivo era stato invitato il Segretario Generale Maurizio Landini, il quale ha fatto pervenire al direttore artistico Marco Grossi una lunga nota - che sarà letta integralmente nel corso della serata - nella quale si legge che «la concomitanza del “FONDIfilmFESTIVAL” con le nostre “Giornate del Lavoro” mi impediscono di essere presente all’incontro cui mi avete gentilmente invitato. Me ne dispiaccio e non solo perché il cortometraggio che in quelle date volete proiettare parla di un nostro sindacalista, martire della legalità, ed è stato prodotto dalla CGIL, ma anche e soprattutto perché ritengo l’arte cinematografica una delle massime espressioni culturali, politiche e sociali della nostra epoca come ben dimostra la vostra storia e la vostra manifestazione».

 

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