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Marchio DeCo? Solo una trovata propagandistica: Monte San Biagio Futura spiega perché

"Non è una certificazione, né un marchio ma un riconoscimento quasi simbolico"

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Al Consiglio comunale dello scorso 22 gennaio è stata approvata l’istituzione della “Denominazione Comunale” (De.Co.) e l’approvazione del relativo Regolamento, con il voto contrario dei Consiglieri di Monte San Biagio Futura e l’astensione di Gesualdo Mirabella, di “SiAmo Monte San Biagio”.

Le esigenze di valorizzazione delle tipicità dei prodotti agro alimentari e del nostro territorio, con la sua storia e la sua cultura, rappresentano temi centrali della nostra proposta politica.

Tuttavia, abbiamo ritenuto di dover esprimere la nostra contrarietà alla proposta del vice sindaco Di Cola perché riteniamo che la De.Co. sia nulla più che una mera trovata propagandistica, del tutto inidonea al perseguimento delle finalità di tutela e valorizzazione del prodotto tipico e del suo territorio.

Deve quindi ribadirsi e sottolinearsi che la De.Co. non è una certificazione, non è un marchio. E’ un riconoscimento quasi simbolico; non specifico, in quanto attribuibile non solo ad un prodotto agro alimentare, ma anche ad una ricetta gastronomica, o ad una manifestazione; privo di tutela giuridica e di validità a livello europeo, appare peraltro superfluo, atteso che la classificazione dei prodotti tipici è già prevista dalla legislazione nazionale (D.lgs. 350/1999); nonché inidoneo a garantire qualità e tipicità, non essendo assoggettato ad un disciplinare di produzione ed ottenibile anche da imprese a carattere industriale.

Inoltre, in mancanza di disciplinari rigorosi, i criteri di attribuzione del riconoscimento sono tutt’altro che certi ed obiettivi. Si corre il rischio di veder concessa la denominazione a chiunque ne faccia richiesta, con la conseguenza di svuotarla ulteriormente di significato. O, al contrario, di attribuirla a taluni, a preferenza di altri, senza motivazioni oggettive, generando così disparità di trattamento.

Infine, è opportuno evidenziare l’assenza di un ente certificatore indipendente: l’istruttoria sulle domande presentate è svolta da una commissione composta dal Sindaco, tre componenti nominati dalla sua maggioranza e da un unico componente proposto dalla minoranza: quindi, da un soggetto del tutto privo di terzietà ed indipendenza rispetto alla Giunta, organo che delibera il riconoscimento.

Per l’importanza centrale che riconosciamo all’economia del prodotto tipico, riteniamo che un’amministrazione che voglia veramente tutelare i suoi prodotti e promuovere il suo territorio, debba avere la volontà e la capacità di svolgere un lavoro serio ed impegnativo finalizzato a favorire l’ottenimento di quelle che sono le vere certificazioni, le sole in grado di garantire effettivamente valorizzazione, tutela e indotto economico, cioè i marchi DOP e IGP.

La De.Co., lo ribadiamo, è solo una trovata propagandistica, riduttiva e limitante, che non porterà alcun apprezzabile risultato utile, né generale, in termini di indotto, né tantomeno per il singolo produttore che ne beneficerà.

In ogni caso, prendendo atto dell’indirizzo politico espresso dalla maggioranza, faremo del nostro meglio per far sì che questo riconoscimento, per quanto debole ed inefficace, possa quantomeno essere attribuito su presupposti di effettivo merito, in termini di qualità, storicità e capacità di rappresentare il nostro paese.

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