In merito alla nota della Regione Lazio n. 668152 emessa su richiesta del comune di Monte San Biagio sulla questione dei canoni enfiteutici gravati da livelli, l'avvocato Guglielmo Raso precisa che tale richiesta non affronta il nucleo essenziale della questione.
La risposta della Regione è puramente tautologica: nessuno contesta che se un terreno è stato sdemanializzato e gravato da canone detto canone non sia dovuto dal possessore. Allo stesso modo, nessuno opina sulla astratta legittimità del tributo. Al contrario, ciò che si obietta è una questione prettamente civilistica: la tutela della buona fede di chi abbia acquistato la proprietà dei terreni con un valido atto notarile in cui non figuri l'esistenza dei livelli in favore del Comune concedente, ed il conseguente acquisto della proprietà per usucapione decennale, ai sensi dell'art. 1159 c.c.. Chi è pieno proprietario del fondo, e lo ha regolarmente acquistato nella consapevole ed accertata inesistenza di qualsiasi diritto del Comune, nulla deve a quest'ultimo. Di conseguenza, non può certo pretendersi che chi abbia pieno titolo di proprietà, proceda all'affrancazione per acquistare una proprietà che già ha!
È quindi palese ed evidente che la risposta della Regione è incompleta sotto questo aspetto, probabilmente perché il quesito formulato è a sua volta incompleto. In poche parole, vi è ragione di ritenere che il comune di monte san Biagio non abbia espressamente chiesto all'ente regionale di pronunciarsi in merito alla peculiare posizione dei cittadini titolari di un atto notarile di proprietà. Non a caso la nota della Regione non risponde su questo aspetto. Tanto è vero che nell'incipit della nota si legge espressamente:"si riscontra la nota prot. N. 144441 del 24.10 us...con cui si chiede un parere in ordine alle legittimità della richiesta di corresponsione dei canoni annui enfiteutici riguardanti terreni gravati da un livello in favore della collettività...".
Pertanto, chiederemo all'amministrazione comunale di rendere noto anche il quesito scritto su cui la Regione si è pronunciato.
Nuova replica del sindaco Carnevale: "Ribadisco che bisognerebbe approfondire la materia per non creare false speranze tra i cittadini"
CANONI DI LIVELLO
Il senso di responsabilità.
Mi chiedo per gusto di ragionamento è senza alcun intento polemico, per quale motivo l’amministrazione dovrebbe eludere il problema e le ragioni di molti cittadini ?
Come ho già scritto, pur già conoscendo abbondantemente la materia, mi premeva avere un ulteriore riscontro dalla Regione allegando come quesito uno dei ricorsi presentati in Comune (modo ciclostilo) dall’Avv. Raso per conto dei suoi assistiti. Bisognerebbe a mio avviso, approfondire un po’ di più la materia, soprattutto per non illudere e creare false speranze ai cittadini.
Ricordo che i canoni ed i livelli, di che trattasi, godono della imprescrittibilità nonché della inalienabilità e della inusucapibilità. In atti dove alcuni ricorrenti rivendicano il diritto di “piena proprietà con il ricorso presentato, faccio presente che si tratta di una dichiarazione di parte resa, in occasione del trasferimento, davanti al Notaio senza alcuna verifica dell’esistenza dei requisiti di acquisizione del diritto di proprietà. Si rammenta a tal proposito, che l’unico istituto giuridico ammesso per estinguere un livello imposto da un soggetto di diritto pubblico è l’affrancazione, e la stessa non può essere superata da una dichiarazione di parte, anche se resa davanti al Notaio.
Continua il botta e risposta, per Raso il sindaco va oltre il diritto di critica non rispondendo al vero quesito
In merito al post del sindaco Federico Carnevale, non posso esimermi dall'evidenziare quanto lo stesso appaia al dir poco fuori luogo, traducendosi, in buona sostanza, in una valutazione negativa, non pertinente e non continente, circa l' operato di un professionista, che viene accusato di mancanza di "senso di responsabilità", e addirittura di creare "false speranze" e "illudere i cittadini". Affermazioni queste che esorbitano il legittimo diritto di critica.
Al di là di tale preliminare considerazione, nel merito, devo invece constatare che il mio sospetto circa l'incompletezza del quesito posto alla Regione Lazio appariva fondato. Detta richiesta di parere, come sollecitato dal sottiscritto, è stata pubblicata dal sindaco nel suo post. A parte la doverosa premessa, il quesito posto non contempla la problematica sollevata: infatti, non viene formulata alcuna puntuale e precisa richiesta circa la tutela della buona fede del terzo che abbia acquistato la proprietà del fondo con un atto pubblico che non contempli l'esistenza di livelli.
Tale incompletezza non è colmata dal fatto che l'ufficio comunale, alla richiesta di parere, abbia allegato una delle istanze da me redatte: la Regione non poteva certo pronunciarsi su tale istanza, compito questo che spetta esclusivamente all'amministrazione comunale. Non a caso, nella nota della Regione non si rinvengono riferimenti all'istanza depositata in favore dei miei assistiti.
Non è questa la sede per disquisizioni giuridiche. Tuttavia, mi limito a far notare che anche lo stesso post del sindaco non appare pertinente rispetto al tema. Nessuno mette in discussione i caratteri dell'imprescrittibilità e inusucapibilita dei canoni. Ciò che è invece in discussione - lo si ribadisce - é il valore e la tutela della buona fede di chi abbia acquistato il terreno con atto notarile: quale tutela c'è per il terzo che abbia acquistato un terreno da chi gli abbia eventualmente celato l'esistenza di un diritto del Comune? Questo è il vero problema che continua ad essere eluso, la cui risoluzione potrebbe costringere molti cittadini ad adire le vie giudiziarie.