Da decenni, ormai, la visione che relegava il capitale umano a mero esecutore di disposizioni superiori è stata surclassata da un livello di considerazione e valorizzazione più alto. Al di là di ogni più autoritaria convinzione, resta il fatto che la composizione della squadra può fare la differenza nel successo di un’azienda e, se vince, certamente non si cambia.
Una squadra vincente, però, spesso è fatta da professionisti molto efficienti e di successo, gli stessi che, col tempo, potrebbero fiutare in giro occasioni migliori o alzare troppo la testa, rispetto al proprio ruolo, fino a produrre un effetto contrario rispetto a quello ambito dall’azienda.
Ecco allora che, a fare la differenza, non è solo la squadra, ma anche chi la governa, l’allenatore, la figura che deve tenere le redini del gioco e far in modo che funzioni alla perfezione.
In questo senso, si può parlare di una vera e propria linea sottile tra chi si limita a gestire il personale e chi, invece, ne guida il potenziale.
Oggi il professionista HR, figura chiave in un contesto lavorativo attraversato da trasformazioni digitali, culturali e generazionali, deve muoversi in uno spazio sempre più strategico e sempre meno esecutivo e meccanico.
Questo accade perché le risorse umane non possono più essere pensate come un reparto di supporto, piuttosto come una leva strategica per orientare le imprese in scenari inediti e in rapida evoluzione.
Un'esigenza che conduce alla necessità , per chi lavora in ambito HR, di coltivare competenze nuove, ibride, trasversali.
La digitalizzazione, dal canto suo, ha ridefinito profondamente questo ruolo imponendo una necessaria dimestichezza con strumenti di analisi dati, intelligenza artificiale, software di people management. Più di tutto, è richiesta la capacità di interpretare il dato e farlo diventare decisione strategica e consapevole.
Si può parlare di cinque competenze chiave essenziali per affrontare questa nuova fase, che spaziano dalla people analytics che privilegia la gestione del capitale umano, basata su evidenze, numeri, indicatori alla cultural intelligence, la capacità di comprendere e valorizzare le differenze, promuovendo ambienti realmente inclusivi e orientati al benessere.
Vi sono altri punti chiave, poi, come la digital mindset, letteralmente pensare digitale, che considera le tecnologie come miglioratrici dei processi di selezione, formazione e valutazione. A questo si affianca la capacità di gestione del cambiamento e l’importanza della strategic vision, avere uno sguardo ampio, capace di connettere sviluppo organizzativo, obiettivi aziendali e bisogni delle persone.
Tutti elementi che trasformano la funzione HR in un attore protagonista della competitività aziendale.
Chi punta a una carriera nel settore, dunque, deve andare oltre le competenze tecniche di settore, il disbrigo delle pratiche, per abbracciare un approccio manageriale, interattivo e proattivo nella gestione del capitale.
Un traguardo che si raggiunge col tempo, affiancando esperienza e formazione mirata, pratiche consolidate e nuove tendenze.
La formazione, più di tutto, gioca un ruolo cruciale proprio perché portatrice di quella visione ampia e oltre gli schemi, necessaria a incarnare con successo un ruolo destinato a svilupparsi nel tempo.
Le scuole di alta formazione professionale lo sanno molto bene, poiché progettano i loro percorsi formativi gomito a gomito con le più affermate aziende nazionali.
Ecco perché il Master in Risorse Umane di 24ORE Business School rappresenta un percorso di formazione solido e in linea con le esigenze del mercato.
Uno degli aspetti più rilevanti del master, particolarmente coerente con i contenuti appena descritti, è il taglio interdisciplinare dell’offerta formativa.
Il programma integra aspetti tecnici e normativi, come diritto del lavoro e relazioni industriali, ma li affianca a moduli dedicati al digital HR, all’employer branding, alla gestione delle soft skill e alle nuove logiche di organizzazione del lavoro ibride.
Questo approccio consente ai partecipanti di aggiornare le proprie conoscenze e adattarle in tempo reale alle sfide professionali attuali.
Le lezioni sono tenute da manager, consulenti e professionisti HR con esperienza sul campo, e vengono affiancate da workshop pratici e testimonianze aziendali, elementi non da poco, in un contesto lavorativo in cui le competenze vanno costruite sul fare, più che sul sapere.
Il master diventa quindi un acceleratore reale di carriera, pensato per chi vuole guidare il cambiamento piuttosto che subirlo.