Si completa con “I mostri” (1963) - in programma Giovedì 20 Settembre alle ore 10.30 in sala Lizzani - il dittico delle proiezioni mattutine “Cinema &/è Scuola” nell’ambito del FONDIfilmFESTIVAL, organizzato dall’Associazione Giuseppe De Santis.
Lo sguardo morale ma mai moralista, cinico e mai gratuitamente cattivo di Dino Risi, coadiuvato in fase di scrittura dai grandi Age e Scarpelli, Elio Petri, Ettore Scola e Ruggero Maccari partorì all’apice della Commedia all’italiana un mosaico cinico, fedele e divertito di quella Italia che uscì dal miracolo economico e si trovò ad affrontare un futuro diverso, industrializzato e complesso. Il film è articolato su una sequenza di 20 episodi del tutto disgiunti tra loro, tutti incentrati sul racconto della Roma dei primi anni ’60 e su personaggi esemplari, in genere caricaturali, interpretati dai due attori principali, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, che compaiono sia alternativamente, sia insieme, a volte affiancati da altri attori (Buzzanca, Castellani, Merlini e il piccolo Ricky Tognazzi, che all’età di otto anni debuttò come attore bambino nel primo episodio di questo film, L’educazione sentimentale). Alcuni episodi sono assai brevi e hanno la durata e la struttura di uno sketch, altri invece presentano la costruzione più elaborata del racconto.
La doppia proiezione pomeridiana è come sempre dedicata alla rassegna su Davide Ferrario. Alle 17.00 è in programma “Tutta colpa di Giuda” (2008), una commedia-musical interpretata da Kasia Smutniak, Fabio Troiano e Luciana Littizzetto e girata nel carcere delle Vallette di Torino, nella quale quasi tutti i detenuti interpretano se stessi.
Ha dichiarato il regista: «In galera ci andavo come volontario da dieci anni, ma non avevo mai pensato di girarci un film di fiction. Poi l’esperienza della prigione si è incrociata con una riflessione sulla religione e il cortocircuito che ne è scaturito mi è parso illuminante. C’è infatti un posto più naturale del carcere per mettere in scena la grande parabola cristiana di peccato-sacrificio-espiazione? Ecco così che nasce un film “impossibile”: un tema forte, da massimi sistemi, raccontato in forma di quasi-musical. E un genere di narrazione che è fiction ma che contemporaneamente ha una forte impronta di verità documentaria perché in “Tutta colpa di Giuda” tutto è vero: le mura, i carcerati, le guardie».
Il film delle 19.00 è invece “La luna su Torino” (2014), girato a nove anni da “Dopo mezzanotte” nella capitale piemontese, una città che sembra generare in Ferrario sempre numerose riflessioni e suggestioni. Di nuovo immerso tra personaggi vittime di uno stallo esistenziale, il film parte dalle coordinate speciali di una città particolare per inseguire poi il filo intrecciato di tre esistenze forse in crisi d’identità, forse solo alla ricerca di uno spunto per liberarsi definitivamente dei loro schemi.
La serata del Giovedì è dedicata alla sezione “Paesaggio audiovisivo pontino”, con cui l’Associazione Giuseppe De Santis da anni promuove la produzione audiovisiva sui nostri luoghi tramite la proiezione di documentari, cortometraggi e film di rilevante interesse culturale con attinenza al territorio, o comunque realizzati da registi pontini al fine di valorizzarne la produzione artistica.
Alle ore 21.00 l’incontro con i giovanissimi registi Paolo Onorati e Simone Paoli precederà la proiezione del loro cortometraggio d’esordio “E domani?” (2018), in cui - come ha scritto Giovanni Berardi - i due giovani filmaker di Sabaudia «hanno dimostrato tutta la loro sicurezza. E il loro film ha trionfato nella recente manifestazione del “JuneFilmFestival” a Sabaudia, valutato positivamente da una giuria capeggiata dal giornalista Gianni Minà».
Alle 21.15 sarà la volta di Patrizia Santangeli, autrice di documentari dal 2004 che negli ultimi anni ha intensificato la sua attività di regista di documentari e filmati per il web. Saranno proiettati “Erano Paludi” (2006) - vincitore del Premio Lazio nel 2010 - che racconta, tra tramonti africani e bufali pigri, le zone umide del Parco Nazionale del Circeo, eredità di antiche paludi, oggi preziosi ecosistemi; a seguire l’eccellente “Monte Inferno” (2017), in cui l’autrice osserva il quotidiano scorrere del tempo nella comunità di Borgo Montello, dove una discarica cresciuta a dismisura ha causato una pericolosissima contaminazione dell’ambiente.