Ci sarà anche un raro frammento di stria locale nel documentario "Lili Marlene - La Guerra degli italiani" che andrà in onda mercoledì 10 giugno su Focus a partire dalle 21.15 (canale 35 del digitale terrestre e 414 di Sky).
Nella fedelissima ricostruzione è stato infatti inserita anche la tesimonianza di Pietro Lo Stocco, di Lenola, unica testimonianza vivente al mondo del dramma delle marocchinate tratta dal documentario "Solo Silenzio", prodotto da Simone Di Fazio con la regia di Marco Marcantonio.
Qualche dettaglio su "Lili Marlene - La Guerra degli italiani"
80 anni fa, il 10 giugno 1940, si consuma un evento che resta scolpito nella nostra Storia: l’ingresso dell’Italia nel Secondo conflitto mondiale.
“Focus”, rete tematica diretta da Marco Costa al 35 del telecomando, dedica due serate all’anniversario proponendo il docufilm in prima visione assoluta «Lili Marlene - La guerra degli italiani», in onda mercoledì 10 e giovedì 11 giugno, alle ore 21.15.
160 minuti intensi e dirompenti, di un prodotto originale VideoNews firmato da Pietro Suber, con la collaborazione di Amedeo Osti Guerrazzi, storico del fascismo, collaboratore della Fondazione Museo della Shoah di Roma, e Donatella Scuderi, autrice di soggetti e sceneggiature.
Storie poco conosciute, eventi drammatici, quelli di «Lili Marlene - La guerra degli italiani», composti in un racconto che parte dal basso, attraverso vicende straordinarie di cittadini comuni, e le testimonianze di figure autorevoli come Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari, Gianni Letta, Dacia Maraini, Renzo Arbore, Pippo Baudo, le Gemelle Kessler, Pupi Avati.
«Lili Marlene - La guerra degli italiani» si distingue, inoltre, per rigore storiografico e intensità dei fatti narrati. Tre, gli aspetti fondamentali che ne fanno un prodotto esemplare:
- la rievocazione di molti e poco noti casi, eppure estremamente significativi per capire la guerra degli italiani in tutta la sua varietà e complessità;
- l’aver realizzato un racconto privo di retorica, crudo e, proprio per questo, struggente della guerra civile, con la carica d’odio inestinguibile che ha generato;
- l’aver provato a documentare le ragioni di tutti, vittime e carnefici, vincitori e vinti, ma con un effetto finale che non è quello dell’elisione, bensì il senso del tragico e la consapevolezza della complessità della storia, che non permette di girare pagina e andare avanti, ma obbliga a coltivare tenacemente la Memoria.
«Lili Marlene - La guerra degli italiani» è anche un nuovo e originale tentativo di tenere aperto un dialogo su eventi che ancora oggi dividono, ma stando alla larga da facili scorciatoie, da frasi fatte e slogan, usati da chi strumentalizza la storia per fare propaganda.
Nella puntata dell' 11 giugno ore 21.15 - “Le marocchinate”: stupri di massa in Ciociaria (14 Maggio 1944)
Le violenze delle truppe magrebine, sotto il comando dell’esercito francese, nel Basso Lazio
Dopo aver travolto le difese tedesche sul fronte di Cassino, le truppe marocchine agli ordini del Generale francese Juin si scatenano contro le popolazioni locali della Ciociaria, violentando migliaia di donne (e anche qualche ragazzo) di tutte le età. La storia, già raccontata nel capolavoro di De Sica “La Ciociara”, è una ferita mai cicatrizzata. Invece della liberazione dagli orrori della guerra le truppe alleate portarono violenza selvaggia e stupri di massa, causa di traumi profondi che spinsero alcuni al suicidio. Anna, allora poco più che adolescente, testimonia l’orrore provato e il dolore che ancora oggi pervade una intera comunità. Come è stato possibile superare un trauma così profondo?
Perché Lili Marlene?
Durante la II guerra mondiale era la canzone più popolare. Nonostante fosse osteggiata dal regime nazista perché antimilitarista, ebbe un enorme successo tra gli eserciti delle opposte fazioni. Ancora oggi è un canzone che evoca ricordi, sentimenti e passioni in chiunque abbia vissuto quel periodo. Dietrich l’ha cantata in tedesco, inglese e francese, in italiano e in russo. Ne esistono innumerevoli versioni, anche moderne, con vari interpreti tra cui Milva, Amanda Lear e i Matia Bazar.
Sinossi
La II guerra mondiale, vista dal basso, attraverso le storie straordinarie di cittadini comuni. Per comprendere la profondità delle sofferenze e l’intensità delle esperienze, è necessario raccontare le vite delle singole persone, per comunicarle a chi - come gran parte del pubblico di oggi - non ha vissuto oppure non conosce la tragedia della guerra e le sue conseguenze. Per meglio capire cosa abbia rappresentato questa follia collettiva per il nostro Paese vengono ripercorsi quegli anni con il racconto di storie poco conosciute e le testimonianze, il più possibili dirette, di uomini e donne che hanno vissuto in prima persona, oppure attraverso i racconti dei parenti più vicini, quegli eventi.